Una star di troppo... - Il Pianoforte e la Didattica

ANTONIETTA CAPPELLI
DIDATTICA PIANISTICA E MUSICALE
Il Pianoforte e la Didattica
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Una star di troppo...

Curiosità


FRANCESCA CUZZONI E FAUSTINA BORDONI: “UNA PRIMA DONNA DI TROPPO…”

Due cantanti liriche del XVIII secolo, entrambe molto brave.
Le due donne (soprano) pur essendo ottime cantanti, sono passate alla storia per un vero e proprio scandalo.
Francesca Cuzzoni e Faustina Bordoni avevano solo un anno di differenza: la prima era nata a Parma nel 1696 (da qui il soprannome di “La Parmigiana”), mentre la seconda era nata a Venezia nel 1697. Nei libretti della sua epoca, Francesca era definita “Virtuosa da camera della Serenissima Gran Principessa Violante di Toscana” e la svolta della sua carriera avvenne nel 1722, quando Georg Friedrich Händel le chiese di cantare presso l’Accademia Reale del King’s Theatre di Londra, in occasione del festival dedicato all'opera italiana.
Francesca Cuzzoni fu accolta platealmente dai londinesi, trattamento pari a quella che spettava solitamente a re e regine. La fama legata alla sua voce era giunta anche in Inghilterra e il pubblico era impaziente di ascoltarla dal vivo. La sua voce era paragonata a quella di un angelo: vibrato dolce e penetrante, colorita e agile. La sua tecnica era molto ferrea, famosissima per i trilli, paragonati a quelli di un usignolo.

Il debutto di Faustina Bordoni risale al 1716, dopo aver studiato con due grandi musicisti: Alessandro e Benedetto Marcello. La sua carriera, inizialmente si svolse in Italia e successivamente a Vienna e poi a Monaco. Nel 1730 sposò il compositore Johann Adolph Hasse e divenne la principale protagonista delle opere di quest’ultimo. Il suo canto era colorito, grande controllo della voce e una donna molto bella e affascinante. Ebbe molto ammiratori.
In questo periodo, per le donne cantanti era molto difficile emergere perché i “castrati” erano i protagonisti assoluti dell'opera. Insieme a Francesca Cuzzoni e Vittoria Tesi, riuscì a farsi notare nell'ambiente europeo.
Man mano che la fama delle due cantanti cresceva, la rivalità tra le due cantanti era sempre più accesa. Il pubblico era diviso tra sostenitori dell'una e sostenitori dell'altra. Quando i fan andavano a teatro, non andavano per ascoltare l'intera opera ma, solo a sostenere le loro beniamine e ne succedevano delle belle.
Il 6 giugno 1727, in occasione di una replica di “Astianatte” (opera composta dal musicista modenese Giovanni Bononcini) è la data che ha reso immortali le due star.
Alla presenza della principessa Carolina del Galles, Faustina Bordoni iniziò a cantare e i sostenitori della Cuzzoni partirono a fischiare e ad insultarla.
La rissa fu inevitabile.
Le cantanti furono colte da una crisi isterica piuttosto violenta che culminò in una serie di schiaffi, tirate di capelli e insulti irriferibili.
Le cronache dell’epoca misero nero su bianco ogni offesa: persino gli spettatori presero parte attiva alla zuffa, uno scontro fisico che portò alla distruzione delle scene teatrali. In base a quanto è stato ricostruito dagli storici, sembra che Händel abbia commentato con grande calma quanto stava accadendo sul palco, limitandosi a dire che le due donne si sarebbero stancate e la lite sarebbe terminata a breve. Lo scandalo fu troppo grande e l’impresario pensò bene di non rinnovare a entrambe il contratto. Una volta fallita l’Accademia Reale, le strade delle cantanti si separarono.
La Bordoni decise di partire alla volta di Parigi, mentre la Cuzzoni trovò una sistemazione stabile a Vienna insieme al marito, Pietro Giuseppe Sandoni.
Un episodio tanto eclatante non poteva essere dimenticato e fu la base di altri racconti teatrali: Colley Ciber, direttore del Drury Lane Theatre di Londra ebbe l’idea della farsa “The contretemps or The rival queens”, in cui sono presenti appunto due cantanti che si tirano i capelli causando la disperazione di Händel. Una intuizione simile la ebbe John Gay con la commedia “The Beggar’s Opera” (1728) su musiche di Johann Christoph Pepusch.
Due secoli dopo, nel 1928, Bertolt Brecht con il suo “L’opera da tre soldi” (Die Dreigroschenoper), riprende la tematica.


"I suoni ci circondano e noi siamo essenza sonora"
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